Diabete e obesità sono pericolosamente legate, potenziandosi e aumentando l’uno per l’altra le complicanze. Per tale ragione, da qualche anno a questa parte si parla di “pandemia DIABESITA’ ”.
Per obesità si intende un accumulo patologico di grasso corporeo con conseguenze importanti per la salute e la qualità di vita. Si tratta di uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale con tassi di crescita e impatti così allarmanti che l’Organizzazione Mondiale della sanità ha coniato il termine GLOBESITA’. Essa riduce l’aspettativa di vita e aumenta il rischio di numerose patologie, comprese oltre 30 tipologie di tumore e le malattie cardiovascolari. La diagnosi di obesità si pone calcolando l’indice di massa corporea. Quando questo è pari o superiore a 30 parliamo di obesità, con i suoi vari gradi.
Le persone in sovrappeso hanno un rischio tre volte superiore di sviluppare diabete di tipo due, mentre nei soggetti con massa corporea superiore a 30 (BMI) il rischio arriva a sei volte di più degli uomini e 10 volte di più nelle donne . E maggiore è il peso, maggiore è il rischio di diventare diabetici.
In Italia il rischio di sovrappeso e obesità è particolarmente elevato già dall'età pediatrica: secondo l'ultimo rapporto "Childhood Obesity Surveillance Initiative" dell'Ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'Italia si colloca al 4° posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità in età pediatrica, di poco al di sotto del 40%, superata solo da Cipro, Grecia e Spagna. Per la prevalenza della sola obesità, invece, il nostro Paese è al 2° posto in Europa.
La probabilità di diventare diabetico in età adulta da parte di un bambino obeso arriva al 75-80% .
La prima terapia dell’obesità, sia nell’adulto che nel bambino, è il corretto stile di vita, teso, soprattutto all’intensificazione dell’attività fisica volontaria. Gli studi clinici documentano, infatti, che anche una diminuzione del 5% del peso diminuisce il rischio di diabete del 40% con un miglioramento clinico significativo dell'emoglobina glicata e la pressione arteriosa. Perdite di peso anche moderate hanno migliorato, non solo i più comuni fattori di rischio, ma anche esiti di malattia come steatosi epatica e apnee notturne nelle persone con diabete di tipo 2.
Infine, di recente, le terapie farmacologiche utilizzate per l’obesità, che comportano una riduzione del peso oltre il 15%, hanno dimostrato anche protezione cardiovascolare.
Dott.ssa Chiara Di Loreto